DOP, DOC, DOCG. Quante volte hai letto questi marchi! Ma ne conosci il vero significato? Qui voglio sciogliere i dubbi amletici su queste sigle che contrassegnano certi prodotti alimentari. DOC e DOCG li conosci, così come DOP, giusto? Ma che mi dici di IGP o STG? E PAT?
Una cosa è certa: sono il segno di un prodotto di qualità e meritano sempre attenzione!
Andiamo con ordine: DOP e IGP
Il “capofamiglia” di questi marchi è il DOP, Denominazione di Origine Protetta. Cosa vuol dire? Viene attribuito da una commissione dell’Unione Europea, e significa che le caratteristiche specifiche di un alimento sono strettamente legate al territorio in cui viene prodotto.
La produzione di un alimento DOP, infatti, deve seguire un iter preciso che si svolge interamente in una specifica area geografica. In pratica, tutto quello che lo contraddistingue è dovuto alle caratteristiche ambientali della sua zona di origine.
Ci sono varie categorie di alimenti che posso essere certificati come prodotti DOP, tra cui:
- Vini
- Carni , salumi e insaccati
- Formaggi
- Olio di oliva
- Cereali e prodotti ortofrutticoli allo stato naturale o trasformati
- Paste fresche e prodotti di panetteria, biscotteria, pasticceria e confetteria
- Prodotti di gastronomia
- Pesci, molluschi e crostacei
E IGP? Il marchio Indicazione Geografica Protetta riguarda gli stessi settori del DOP, con una differenza fondamentale: mentre un alimento DOP ha origine in un’area specifica, un alimento IGP deve le sue caratteristiche all’ambiente in cui è prodotto, ma può essere composto da ingredienti o sostanze provenienti da luoghi diversi. Forse è meglio fare un esempio: la bresaola della Valtellina, per dirne una, è un alimento IGP perché è lavorata con tecniche tradizionali della zona e viene fatta stagionare in quel clima, ma è prodotta con carni allevate altrove.
DOC e DOCG
Ecco i marchi che contrassegnano i vini più conosciuti. Denominazione di Origine Controllata e Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Che differenza c’è tra i due? Te lo spiego subito.
Per essere riconosciuto DOC, un vino deve rispettare determinati criteri, soprattutto per quanto riguarda:
- Gradazione
- Proprietà organolettiche.
Questi criteri vengono stabiliti in appositi decreti ministeriali. Un vino DOC dev’essere prodotto con l’uva dell’area delimitata del territorio in cui viene lavorato.
Invece, un vino può diventare DOCG se è DOC da almeno 5 anni e passa controlli ancor più rigidi e complessi. Insomma, è il gradino successivo per il riconoscimento di un vino pregiato.
PAT e STG
Questi forse non li conoscevi. PAT sta per Prodotto Agroalimentare Tradizionale, un marchio nato per certificare la qualità dei prodotti nostrani e che indica proprio i prodotti italiani per cui vengono seguite tecniche tradizionali. Per essere prodotti PAT, devono essere realizzati allo stesso modo da almeno 25 anni.
STG sta per Specialità Tradizionale Garantita, ed è un marchio d’origine che tutela prodotti legati a una specifica tradizione. Le uniche STG italiane sono la mozzarella e la pizza napoletana, che possono essere prodotte in diverse zone, ma devono rispettare requisiti e procedimenti tradizionali definiti nei relativi disciplinari.
Beh, mi sa che mi sono dilungato un bel po’ su queste spiegazioni, e non voglio annoiarti troppo. Spero di averti chiarito qualche dubbio. Era proprio l’argomento ideale per ricordarci sempre che la qualità dei prodotti tipici italiani è davvero imbattibile!